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I dati sull'inflazione della Cina rivelano pressioni economiche mentre il conflitto commerciale persiste

14 Luglio 2025
4 minuti da leggere
L’inflazione dei consumatori in Cina rallenta ad aprile, i prezzi alla produzione continuano a diminuire in mezzo alle tensioni commerciali

Gli ultimi indicatori economici della Cina mostrano segnali contrastanti poiché l'inflazione dei consumi si è raffreddata ad aprile mentre i prezzi alla produzione hanno prolungato il loro declino, evidenziando le sfide economiche in corso affrontate dalla seconda economia mondiale in mezzo alle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

L’indice dei prezzi al consumo della Cina è aumentato a un ritmo più lento ad aprile mentre la deflazione dei prezzi alla produzione è persistita, secondo i dati ufficiali rilasciati venerdì, indicando una continua pressione economica mentre il paese affronta conflitti commerciali e tenta di stabilizzare il suo mercato interno.

Moderazione dell’inflazione dei consumi

L’Ufficio Nazionale di Statistica ha riferito che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) della Cina è aumentato dell’1,8% su base annua ad aprile, in calo rispetto all’aumento del 2,3% registrato a marzo e inferiore alle aspettative degli analisti del 2,0%. Questa moderazione dell’inflazione dei consumi riflette un indebolimento della domanda interna nonostante le recenti misure di stimolo attuate da Pechino.

Su base mensile, i prezzi al consumo sono effettivamente diminuiti dello 0,3% ad aprile rispetto a marzo, segnando il primo calo mensile da novembre 2023 e suggerendo potenziali preoccupazioni deflazionistiche in alcuni segmenti dell’economia.

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Deflazione prolungata dei prezzi alla produzione

Più preoccupante per i pianificatori economici, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) della Cina è diminuito del 2,5% su base annua ad aprile, estendendo il suo calo per il 19° mese consecutivo. Sebbene ciò rappresenti un leggero miglioramento rispetto al calo del 2,8% di marzo, la persistente deflazione dei prezzi alla produzione evidenzia i problemi di sovraccapacità che affliggono i settori manifatturieri cinesi.

La prolungata deflazione dei prezzi alla produzione segnala continue difficoltà per i profitti industriali e potenziali sfide per il servizio del debito tra le aziende manifatturiere, poiché i prezzi di vendita rimangono depressi nonostante i costi di produzione.

Impatto della guerra commerciale si intensifica

Questi dati sull’inflazione emergono mentre le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti si sono riaccese, aggiungendo ulteriore incertezza alle prospettive economiche della Cina. Le recenti minacce tariffarie da parte di Washington hanno sollevato preoccupazioni sul settore delle esportazioni, che rimane un motore cruciale per l’economia cinese nonostante gli sforzi per riequilibrare verso il consumo interno.

I dati suggeriscono che la ripresa economica della Cina rimane disomogenea, con la domanda interna che mostra segni di debolezza nonostante diversi cicli di politiche di stimolo mirate. Gli analisti notano che questa fragilità economica potrebbe influenzare la posizione della Cina nei negoziati commerciali in corso.

Implicazioni politiche

Le letture più morbide dell’inflazione potrebbero fornire ai politici cinesi più spazio per attuare ulteriori misure di stimolo senza innescare preoccupazioni inflazionistiche. Molti economisti ora prevedono un ulteriore allentamento monetario, possibilmente includendo tagli ai tassi di interesse e riduzioni dei requisiti di riserva delle banche.

“I dati sull’inflazione più deboli del previsto aprono la porta a un supporto politico più aggressivo”, ha detto un economista esperto delle condizioni economiche cinesi. “Pechino deve affrontare sia la debolezza ciclica della domanda sia le sfide strutturali esacerbate dal conflitto commerciale.”

Le autorità cinesi hanno già promesso di aumentare il supporto fiscale e di stimolare il consumo interno, ma l’efficacia di queste misure rimane incerta poiché la fiducia dei consumatori continua a essere influenzata dalle preoccupazioni del mercato immobiliare e dalle tensioni geopolitiche.

Le prospettive rimangono difficili

Guardando avanti, gli economisti rimangono cauti sulla traiettoria economica della Cina. Sebbene l’inflazione di base, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, sia rimasta relativamente stabile allo 0,7% su base annua ad aprile, le persistenti pressioni deflazionistiche nel settore industriale suggeriscono sfide strutturali sottostanti.

Gli analisti di mercato suggeriscono che raggiungere l’obiettivo di crescita annuale della Cina di circa il 5% per il 2024 richiederà interventi politici più sostanziali, in particolare se le frizioni commerciali continueranno a intensificarsi e la domanda globale rimarrà debole.

Gli ultimi dati sull’inflazione sottolineano l’equilibrio delicato che i politici cinesi devono affrontare mentre navigano tra le sfide economiche interne rispondendo a un ambiente commerciale internazionale sempre più complesso.

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